Temporali in arrivo: il lato oscuro della corsa al cloud

Anche se vengono ormai considerati “la nuova normalità”, quando ci si riferisce ai cambiamenti provocati dalla pandemia di COVID-19 lo si fa solitamente prendendo in considerazione la fine di qualche cosa. La fine dell’ufficio. La fine del centro commerciale La fine del ristorante all-you-can-eat. Ma ci sono alcuni casi in cui la pandemia ha di fatto reso possibile una crescita, ad esempio quella del telelavoro. Della carta igienica. E del cloud.

La pianificazione per il passaggio al cloud era già avanzata all’inizio della pandemia di COVID-19. Tuttavia, mentre la maggior parte delle imprese aveva già adottato una strategia di trasformazione digitale, in molti casi la nuova realtà lavorativa causata dalla pandemia ha portato a un’accelerazione della pianificazione. Ad esempio, quando sono state costrette ad adottare il telelavoro praticamente da un giorno all’altro, le aziende hanno drasticamente aumentato la dipendenza dai servizi basati su cloud, in particolare le applicazioni di videoconferenza e quelle di collaborazione come Zoom, Microsoft Teams e Slack.

Nel primo trimestre del 2020 la società produttrice di software Flexera ha condotto un sondaggio presso 750 decisori e utenti globali sull’uso del cloud per avere un quadro migliore su chi si stava spostando nel cloud, sulla velocità con cui ciò stava avvenendo e su alcuni dei problemi che si dovevano affrontare. I risultati hanno messo in luce un panorama della trasformazione digitale che si avvicina alla maturità e che mantiene sostanzialmente le promesse di migliorare il modo di lavorare. Ma mentre i problemi derivanti dalla mancanza di familiarità e dall’inesperienza stanno diminuendo, quelli destinati a durare più a lungo hanno iniziato a prendere il loro posto, in particolare la complessità della sicurezza del cloud, e le numerose e variegate minacce che le aziende si trovano a dover affrontare se non intervengono nello specifico.

Dal Cloud Computing Study 2020 di IDG risulta che il 92% delle organizzazioni utilizza parzialmente il cloud, e il 38% lo utilizza completamente o quasi completamente. Questi risultati sono stati confermati anche dalle conclusioni di Flexera. Nel rapporto sullo stato del cloud 20201, Flexera ha segnalato che le aziende di quasi tutti i settori utilizzano il cloud computing, e che oltre la metà di esse lo utilizza in modo massiccio ed ha raggiunto il livello di maturità avanzato del cloud. Solo il 10% degli intervistati ha riferito di essere ancora nella fase di pianificazione delle strategie cloud.

In particolare, per la prima volta nella storia dei rapporti sullo stato del cloud, Flexera ha riscontrato che nessuno degli intervistati ha dichiarato che non stava pianificando il passaggio al cloud.

Altrettanto significativa è la velocità con cui le aziende stanno passando al cloud. Dallo studio IDG risulta che il 60% degli intervistati ha dichiarato che prevede di passare completamente o quasi completamente al cloud nel giro dei prossimi 18 mesi, mentre gli intervistati di Flexera hanno dichiarato che il 53% del loro lavoro era gestito in un cloud pubblico, e che prevedevano che la percentuale salisse al 60% nel corso del prossimo anno.

La metà dei dati degli intervistati dello studio Flexera è ospitata in un cloud pubblico e se ne prevede un aumento dell’8% nello stesso periodo.

Anche se i precedenti studi di Flexera hanno evidenziato che alcuni intervistati erano riluttanti a memorizzare nel cloud i dati sensibili relativi ai consumatori o alle finanze aziendali, più della metà delle organizzazioni intervistate quest’anno ha dichiarato che prevede di trasferire almeno alcuni di questi dati nel cloud.

Una ricerca analoga sul cloud condotta dalla società di ricerca e consulenza globale Gartner offre un’analisi delle implicazioni finanziarie della trasformazione digitale. I dati di Gartner dimostrano che il mercato globale del cloud pubblico è destinato a crescere di anno in anno da 227,8 a 266,4 miliardi di dollari, la maggior parte dei quali relativa ai prodotti SaaS.

Anche se i risultati del rapporto sullo stato del cloud 2019 di Flexera hanno indicato che la “gestione della spesa per il cloud” e la “governance” rappresentano le sfide principali per il cloud, lo studio più recente ha dimostrato che la sicurezza è passata al primo posto sia per le PMI, sia per le grandi aziende. L’81% degli intervistati ha indicato la sicurezza come una sfida, compreso l’83% delle imprese. Infatti, la “sicurezza” è apparsa tra le prime tre preoccupazioni per ogni categoria di maturità, dai principianti agli utenti avanzati.

È chiaro che il fatto che il cloud abbia raggiunto la maturità non lo pone al riparo da eventuali problemi, soprattutto quando gli aggressori diventano sempre più scaltri nel portare attacchi. Ma si può fare molto per rendere sicuro l’uso del cloud e ottenere il massimo dall’investimento in questa tecnologia. Per ulteriori informazioni iscrivetevi al prossimo webinar Mindhunter.

1 Rapporto sullo stato del cloud 2020 – © 2020 Flexera. Tutti i diritti riservati. Questo studio di Flexera è concesso in licenza a fronte della Creative Commons Attribution 4.0 International License.